Spazio… ultima frontiera dei terrazzi sempre troppo piccoli per accogliere tutto quello che ci vorremmo sistemare.
Ma se di spazio ne avete ancora un ritaglio, se vi piace stupire e se un po’ di sole arriva a benedire casa vostra, un pensiero per Gloriosa rothschildiana io lo farei. Risulta essere velenosa ma mica ve la dovete mangiare.
Originaria dell’Africa e dell’Asia, è una pianta rampicante decisamente tropicale, poco adatta perciò alle regioni più fredde. Ma almeno fino a Roma, sistemata in un bel vaso, da riparare magari in inverno, può vivere tranquillamente per diversi anni.
Io ho cominciato comprando un paio di tuberi, in primavera. Li ho preferiti alle piante già fiorite, che di solito si trovano con i rami sottili già impalcati su strutture sempliciotte. È difficilissimo toglierle da lì e sistemarle altrove: in pratica, la pianta si arrampica avvinghiandosi al sostegno con minuscoli prolungamenti, come degli uncini, che si trovano all’apice delle foglie. Toccandoli si spezzano facilmente. Anche i fusticini sono molto delicati.
Meglio sistemarle fin dall’inizio in un bel vaso, predisponendo subito un grigliato o una piccola spalliera per ospitare i tralci.
Accortezza: non si tratta di una pianta molto frondosa, “coprente”. Insomma, non vi aspettate che rivesta la ringhiera dell’intero balcone. La bellezza della Gloriosa sta tutta nei fiori: sembrano dei giochi pirotecnici, piccole fiammelle dai colori vivacissimi, sorprendenti (sei tepali con il margine ondulato).
Le possibilità per usare una pianta così sono due: predisporre un grigliato piuttosto piccolo, sul quale guidare la crescita, per ottenere un effetto concentrato. Oppure lasciarla libera di allungarsi e stiracchiarsi a volontà su una struttura più ampia, magari in compagnia di qualche collega pure rampicante, che formi una bella base verde. Il rampicante comprimario potrà essere scelto in base alle necessità e alla destinazione: Hoya carnosa se il posto è riparato dai raggi troppo caldi del sole d’estate, un’ipomea, un gelsomino, un rincospermo – volgarotto ma perché no – e molti altri.
I tuberi hanno forma allungata e vanno interrati (di due dita, più o meno) avendo cura di orientare verso la superficie la parte da cui spunta la gemma. Il terriccio dev’essere leggero, il drenaggio ottimo. Di solito, per evitare pericolosi ristagni a soggetti così delicati uso mettere nello stesso vaso qualche altra pianta adatta all’esposizione. D’inverno, quando la pianta perde le foglie, è da tenere asciutta.
A proposito di esposizione: in generale metto sempre contenitore all’ombra e fronde al sole. Questo è importante soprattutto su un balcone e per i contenitori piccoli, che si surriscaldano troppo quando il calore è eccessivo. Meglio se d’estate c’è un po’ d’ombra a riparare dal solleone.
Innaffiature regolari durante la stagione vegetativa, fertilizzante quanto basta, come per le altre piante.