Nell’immaginario comune il loft è la soluzione abitativa moderna, adatta all’uomo di oggi che vuole coniugare il design alla funzionalità strutturale, che ama gli spazi aperti ma nel contempo vuole tenere separata la propria privacy dagli ambienti della sfera pubblica. Spesso si tratta di un alloggio di gran pregio architettonico il cui nome, nell’originaria accezione inglese, significa tra le altre cose capannone, e in tedesco aria, spazio. Leggi la guida per conoscerne caratteristiche, tipologie, requisiti strutturali, risparmio energetico e come scegliere la soluzione abitativa in loft in base a criteri di qualità, prezzo e corretta informazione per il consumatore.
Origini
L’origine del loft va ricercata negli Stati Uniti del dopoguerra, e precisamente in quelle aree dove la dismissione industriale, dovuta alla chiusura o al trasferimento degli impianti, rendeva disponibili enormi edifici a un costo accessibile. Negli anni Settanta vide la sua maggiore espansione anche grazie all’idea di molti artisti dell’epoca di trasformare i propri loft in club, sale da ballo, studi e atelier.
Solo a quel punto il modello venne esportato in Europa, specialmente in Inghilterra e in Francia dove all’inizio fu utilizzato sempre come spazio creativo e, successivamente, anche per un uso di tipo residenziale. In Italia il modello loft ha solo recentemente fatto il suo ingresso nel mondo immobiliare (soprattutto nelle grandi città), ma si sta gradualmente affermando.
Caratteristiche
Ciò che distingue il loft dall’abitazione tradizionale è l’ampiezza degli ambienti, quasi totalmente privi di mura divisorie (tranne naturalmente quelle d’obbligo) e con ogni elemento a vista, spesso perfino gli stessi impianti (anche in questo caso sono esclusi quelli sottoposti a vincolo di incasso). La privacy è mantenuta separando le zone più intime (cucina, camera da letto e bagno) dalla zona giorno (sala da pranzo, soggiorno, studio ecc., tutti riuniti in un grande ambiente), la quale solitamente è rivolta verso l’esterno tramite enormi vetrate.
Essendo ricavati da edifici industriali, o comunque ispirati a essi, presentano larghi finestroni a nastro, serramenti metallici, pilastri, tiranti, rivestimenti con mattoni a vista o cemento. Un’altra peculiarità del loft è la sua altezza, che può superare i 4 metri e che permette quindi la costruzione di strutture mansardate, passerelle, scale e altre soluzioni che sviluppano più livelli abitativi verso l’alto.
Tipologie
Chi fosse interessato a questa particolare tipologia abitativa può trovarla in due diversi contesti: il loft singolo, eventualmente ricavato da un ex edificio produttivo ma comunque all’interno di una zona residenziale; e un complesso di loft derivato dalla riqualificazione di grandi aree industriali in disuso.
Per quanto riguarda il singolo loft, lo si può reperire già pronto o ancora da convertire. In quest’ultimo caso abbiamo un ex magazzino vuoto, dotato solo di struttura base e aperture verso l’esterno: anzitutto bisogna informarsi su quali lavori di ristrutturazione (impianti, serramenti, rivestimenti, realizzazioni strutturali) e quali costi burocratici siano a carico dell’uno o dell’altro soggetto coinvolto nella transazione.
Per i lavori di conversione ci si deve affidare a un architetto abilitato, che segua anche l’iter burocratico associato alla trasformazione di uno spazio non abitativo in ambiente residenziale. Come per tutte le operazioni edili va presentata in comune la Dichiarazione di Inizio Attività (DIA), mentre al termine dei lavori è necessario entrare in possesso della certificazione di agibilità del locale destinato all’abitazione.
Nel caso del loft facente parte di un complesso in riqualificazione, in genere l’impiantistica e i lavori strutturali sono già stati effettuati; anche l’iter burocratico è già completo, perciò all’acquirente restano le finiture, le personalizzazioni e la richiesta del certificato di agibilità.
Requisiti strutturali
Rispetto a un alloggio normale, in un loft bisogna accertare l’adeguatezza dei materiali strutturali e dell’illuminazione fornita dalle finestre (soprattutto per quanto riguarda il rapporto luce naturale/metratura), in quanto si parte da una struttura destinata a usi diversi da quello abitativo e probabilmente dismessa da anni.
Lo stato di conservazione dei materiali (ferro, legno, cemento, mattoni), infatti, potrebbe non essere ottimale dopo un lungo periodo di incuria a causa dell’azione continuata degli elementi atmosferici e biologici che tendono a deteriorare la materia. Se si vogliono realizzare strutture sospese (soppalchi, mansarde ecc.), è necessario verificare il carico massimo sostenibile dalle mura perimetrali; se non è possibile fissarvi il piano rialzato, allora, si procede alla realizzazione di strutture portanti indipendenti, che comunque producono assetti ben inseriti nel contesto architettonico globale e spesso ne migliorano perfino l’estetica.
Spesso in un loft le aperture preesistenti, benché di ampia superficie, non bastano a illuminare tutto l’appartamento in quanto negli edifici industriali coprono soltanto il lato più lungo; inoltre la creazione di locali interni riduce ulteriormente l’illuminazione. Se non è possibile realizzare finestre aggiuntive, esistono alcuni accorgimenti per ridimensionare il problema:
distribuire i locali e gli spazi attorno a un cortiletto centrale completamente vetrato, da cui ricevano luce;
considerate le restrittive norme che regolamentano la realizzazione delle finestre sui lati esterni, è possibile comunque collocare lucernai a livello dei soppalchi, che normalmente non ricevono luce dalle finestre del piano inferiore. Essi permettono la giusta luminosità e areazione, e a volte possono dare origine a gradevoli giochi di luce.
Quando invece il problema è l’eccesso di luminosità, esistono diversi sistemi ombreggianti a seconda delle dimensioni delle vetrate.